sabato 15 settembre 2012

Diritto all'oblio: contrario Vinton Cerf

Il diritto all'oblio sta diventando, di giorno in giorno, uno dei temi più discussi dai cultori dei diritti nel mondo della Rete. A favore, come si sa, ci sono coloro che ritengono che la tutela della privacy si manifesti in larga misura nella possibilità di decidere che cosa debba o non debba comparire, in Rete, sul conto di ogni singolo utente.
Un ragionamento che è senz'altro valido nel caso dei social network (occorre assicurare la possibilità di controllare i dati personali che rendiamo visibili agli altri) ma che è di dubbia validità quando lo allarghiamo al vasto mondo della Rete: abbiamo o no la libertà di esigere la cancellazione, da un qualunque sito, di contenuti che ci sono sgraditi? E come eliminare tali contenuti preservando l'integrità dell'informazione in Rete?

Vinton Cerf, uno dei padri riconosciuti di Internet, si è schierato contro, con una singolare analogia: la richiesta di rimozione dei contenuti correlati ad una persona è paragonabile alla richiesta di estromettere un oggetto dall'interno di un'abitazione. Non è possibile, ha dichiarato Cerf, uscire di casa ed andare alla ricerca di contenuti da rimuovere sui computer della gente solo perché si vuole che il mondo si dimentichi di qualcosa.
Un'osservazione difficilmente opinabile, soprattutto se, a parlare di noi, ci sono libri, articoli di giornale, documenti burocratici, sentenze giudiziarie... come eliminare le informazioni che ci riguardano senza eliminare le fonti stesse, giornalistiche, amministrative o giudiziarie che siano?

http://www.ilsoftware.it/articoli.asp?id=8537

mercoledì 12 settembre 2012

Il Decalogo dei Diritti di Internet


La Coalizione Internet Rights & Principles ha definito recentemente un vero e proprio Decalogo di Diritti Umani che devono essere promossi e protetti nel mondo della Rete. Ecco l'elenco completo:

1. Universalità e uguaglianza
Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti; tali diritti devono essere promossi e protetti anche nella rete Internet.

2. Diritti e giustizia sociale

Internet è uno spazio per la promozione, la protezione, il rispetto dei diritti umani e della giustizia sociale. Ognuno ha il dovere di rispettare i diritti umani di tutti gli altri nella rete Internet.

3. Accessibilità
Tutti hanno pari diritto di accedere e utilizzare una Rete sicura e aperta.

4. Libertà di espressione e di associazione
Ogni individuo ha il diritto di cercare, ricevere e comunicare liberamente informazioni su Internet senza censure o interferenze di altro tipo. Ognuno ha anche il diritto di libera associazione nella Rete per fini sociali, politici, culturali o altri.

5. Privacy e protezione dei dati
Ogni individuo ha diritto alla privacy online. Essa include la libertà dalla sorveglianza, il diritto di utilizzare la crittografia, e il diritto di anonimato in Internet. Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati, compreso il controllo sulla raccolta di dati personali, la loro conservazione e trasformazione, la cessione e la divulgazione.

6. Vita, libertà e sicurezza
Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza deve essere rispettato, promosso e protetto su Internet. Questo diritto non deve essere violato o utilizzato per violare altri diritti nella Rete.

7. Diversità
La diversità culturale e linguistica su Internet deve essere promossa, l’innovazione tecnica e politica devono essere incoraggiate, la pluralità di espressione agevolata.

8. Ugualianza
Ciascuno deve avere un accesso universale e aperto ai contenuti di Internet, libero da priorità discriminatorie, filtraggi o controlli del traffico, per ragioni commerciali, politiche o altre ragioni.

9. Norme e regolamento
L'architettura di Internet, i sistemi di comunicazione e i formati dei documenti e dei dati si devono basare su standard aperti, per garantire la completa interoperabilità, l'inclusione e le pari opportunità per tutti.

10. Governance
I diritti umani e la giustizia sociale devono costituire il quadro giuridico e normativo fondamentale su cui Internet funziona ed è governato. Questo deve avvenire in modo trasparente e multilaterale, fondato su principi di apertura, di partecipazione inclusiva e di responsabilità.

Per saperne di più:
http://www.isoc.it/internet-governance/dichiarazioni-di-principi/753-10-diritti-e-principi-di-internet.html
http://irpcharter.org/

sabato 8 settembre 2012

Internet Governance, questa sconosciuta

Da qualche anno, ormai, il tema dell’Internet Governance è uscito dalla cerchia ristretta degli addetti ai lavori e ha cominciato a interessare un pubblico più vasto, anche se occorre percorrere ancora molta strada perché il tema possa coinvolgere ed appassionare l’opinione pubblica.

Eppure i motivi non mancherebbero, dato che la governance globale di Internet, ovvero la questione di chi governa la rete, è un problema che riguarda tutti, perlomeno tutti coloro che si interrogano su quanto sia democratico il mondo digitale e come contribuire a farne uno spazio aperto e pubblico.

Che cosa significa, prima di tutto, “governare la Rete”? E perché qualcuno dovrebbe farlo?

Siamo stati purtroppo educati a pensare che la Rete sia un territorio anarchico, una realtà decentrata che unisce in modo paritetico tutti coloro che ne fanno parte. Questo è falso dal punto di vista topologico (esistono al mondo 13 server più importanti degli altri, 10 collocati negli Stati Uniti, uno in Gran Bretagna, uno in Svezia e uno in Giappone) ma è falso anche dal punto di vista gestionale: esiste un’istituzione ben precisa, chiamata ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), la cui funzione è quella di decidere l’assegnazione dei nomi di dominio dei siti internet e di essere l’unica depositaria dei codici e dei protocolli che ci permettono di collegarci a un sito internet piuttosto che a un altro.

Si tratta di un’istituzione di importanza vitale, una sorta di torre di controllo che provvede a instradare le richieste di accesso alla Rete. Se venisse a mancare, la Rete farebbe in breve tempo la fine di un aeroporto la cui torre di controllo si spegnesse improvvisamente.

ICANN, è bene ricordarlo, è un organismo con sede negli Stati Uniti e i cui organi decisionali operano negli Stati Uniti, sebbene dal punto di vista giuridico sia considerata un istituto non profit: ma attorno a ICANN ruota un’immensa varietà di attori, dalle autorità nazionali di registro alle aziende di telecomunicazioni, dagli organi incaricati di definire i protocolli a gruppi appartenenti alle Nazioni Unite. Ciascuno è portatore di interessi ben precisi, sia dal punto di vista economico che politico, e tali interessi purtroppo non sono chiaramente esplicitati e valutabili dall’opinione pubblica.

La Rete sta crescendo rapidamente, e nuove soluzioni vengono di volta in volta studiate per far sì che una tale crescita avvenga nel segno dell’equità, della giustizia e del libero accesso: ma come è possibile conservare simili propositi di fronte alle inarrestabili spinte commerciali, che tendono a fare della Rete uno spazio chiuso e a pagamento? Come mantenere il proposito dell’apertura della Rete di fronte a Stati e governi che fanno ampio uso di filtri e tecniche raffinate di cyber censura?

Tanto più che, negli ultimi anni, è andato crescendo, lentamente ma decisamente, un movimento di Paesi (tra i quali Russia e Cina) che desidererebbero attribuire alle Nazioni Unite (in particolare all’ITU International Telecommunications Union) le funzioni ora spettanti a ICANN. È evidente il rischio che paesi fortemente autoritari possano manovrare le leve di comando per legittimare la repressione in Rete e farne uno spazio chiuso e strettamente controllato dai governi.

E non mancano, in quella finora esigua parte dell’opinione pubblica sensibile a questi problemi, coloro che appoggiano una simile iniziativa, sostenendo che il passaggio di consegne alle Nazioni Unite possa offrire garanzie di democraticità e di trasparenza maggiori di quelle fino ad oggi offerte da ICANN.

Il dibattito è molto lungo e complesso, e ci ritorneremo prossimamente su questo blog. Per il momento vi segnalo in link un approfondimento molto interessante a queste tematiche.

The Brewing Internet Governance Storm

mercoledì 5 settembre 2012

La ragione di questo blog


Perché un blog dedicato ai diritti umani nel mondo della Rete?

Potrei rispondere che il cosiddetto cyberspazio sta diventando, ogni giorno sempre di più, un immenso corpo vitale, difficile da gestire e le cui dinamiche sono assai poco conosciute.

Pensiamo che conoscere Internet equivalga semplicemente a conoscerne il funzionamento; i più scafati sanno che la Rete possiede un linguaggio proprio e delle logiche proprie… ma solo una minoranza comprende che la Rete è ormai diventata un vero e proprio spazio economico, politico e culturale, che investe tutti gli ambiti tradizionali: dalla geopolitica alle guerre, dall’identità culturale alle espressioni letterarie, dal mondo professionale alle imprese economiche.

Non è esatto affermare che in Rete stiano nascendo nuovi diritti, ma è senz’altro vero che i diritti classici, quelli sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, assumono in Internet un volto nuovo e una declinazione diversa: la libertà di accesso all’informazione, la trasparenza, l’equità nella distribuzione delle risorse digitali, l’educazione mediatica, la privacy, la governance democratica…

Non è che un piccolo elenco (per giunta imperfetto) delle denominazioni di tali “nuovi” diritti, la cui protezione è inevitabilmente legata alla promozione dei valori peculiari della Rete: si tratta della solidarietà, della condivisione, dell’apertura, valori che hanno guidato fin dagli esordi la crescita della Rete e che oggi rischiano di venire smarriti di fronte a logiche ed esigenze di tipo diverso.

Ecco, mi propongo con questo blog (che sarà il meno possibile tecnico) di far conoscere questi valori e questi diritti al più ampio pubblico possibile: per difendere i diritti umani nel mondo della Rete non è necessario essere specialisti, è sufficiente essere persone informate.

sabato 1 settembre 2012

GianMarco Schiesaro

 GianMarco Schiesaro è laureato in Ingegneria e specializzato nei campi delle Tecnologie Didattiche e della Cooperazione allo Sviluppo.
Lavora nel mondo della cooperazione, occupandosi principalmente di progetti di e-learning e innovazione tecnologica nei Paesi in Via di Sviluppo. Guida inoltre il Centro di Formazione per lo Sviluppo Umano del VIS, che ha formato migliaia di studenti sui temi della cooperazione e dei diritti umani.

Attivo nella divulgazione delle tematiche relative al digital divide, ha rappresentato nel 2003 la società civile in vista del Vertice ONU sulla Società dell'Informazione. Ha collaborato con il secondo canale della Radio Svizzera Italiana per la realizzazione di alcuni servizi sul tema del divario digitale.
Cura attualmente, come coordinatore e docente, il modulo di “Cooperazione allo sviluppo” presso il Master in Educazione alla Pace dell’Università di Roma Tre.

Tra le pubblicazioni:
- La sindrome del computer arrugginito - Nuove Tecnologie nel Sud del mondo tra Sviluppo Umano e Globalizzazione (SEI editrice, 2003)
- Formazione online e mondialità, contenuto in Tecnologie per la didattica. Dai fondamenti dell'antropologia multimediale all'azione educativa (Franco Angeli, 2004)
- Vivere (e sopravvivere) ai tempi di Internet (2007)
- Free Software and Human Rights (2008)