sabato 15 settembre 2012

Diritto all'oblio: contrario Vinton Cerf

Il diritto all'oblio sta diventando, di giorno in giorno, uno dei temi più discussi dai cultori dei diritti nel mondo della Rete. A favore, come si sa, ci sono coloro che ritengono che la tutela della privacy si manifesti in larga misura nella possibilità di decidere che cosa debba o non debba comparire, in Rete, sul conto di ogni singolo utente.
Un ragionamento che è senz'altro valido nel caso dei social network (occorre assicurare la possibilità di controllare i dati personali che rendiamo visibili agli altri) ma che è di dubbia validità quando lo allarghiamo al vasto mondo della Rete: abbiamo o no la libertà di esigere la cancellazione, da un qualunque sito, di contenuti che ci sono sgraditi? E come eliminare tali contenuti preservando l'integrità dell'informazione in Rete?

Vinton Cerf, uno dei padri riconosciuti di Internet, si è schierato contro, con una singolare analogia: la richiesta di rimozione dei contenuti correlati ad una persona è paragonabile alla richiesta di estromettere un oggetto dall'interno di un'abitazione. Non è possibile, ha dichiarato Cerf, uscire di casa ed andare alla ricerca di contenuti da rimuovere sui computer della gente solo perché si vuole che il mondo si dimentichi di qualcosa.
Un'osservazione difficilmente opinabile, soprattutto se, a parlare di noi, ci sono libri, articoli di giornale, documenti burocratici, sentenze giudiziarie... come eliminare le informazioni che ci riguardano senza eliminare le fonti stesse, giornalistiche, amministrative o giudiziarie che siano?

http://www.ilsoftware.it/articoli.asp?id=8537

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